Un pretesto e il "senza glutine" in etichetta
>> 28 giugno 2012
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Questo post nasce da un pretesto per arrivare a parlare di un fattore molto importante per chi è celiaco, per lo meno io lo reputo importante, ossia la scritta “senza glutine” chiara, evidente, sugli alimenti.
Questo post nasce da un pretesto per arrivare a parlare di un fattore molto importante per chi è celiaco, per lo meno io lo reputo importante, ossia la scritta “senza glutine” chiara, evidente, sugli alimenti.
Il pretesto è stato l'ultimo cantuccio
che mi è rimasto fra le mani , a questo punto mi son chiesta “come
diavolo sacrificarlo degnamente?”. Mi è allora venuto in mente un
barattolo di crema alle nocciole artigianale che mi è stato regalato
poco tempo fà da un'amica. L'ho aperto, preso una bella cucchiaiata
di crema e l'ho spalmata sul cantuccio solo soletto, il tutto è
stato accompagnato da un buon caffè fatto con la macchina espresso,
ottima pausa di metà pomeriggio. Volete sapere se la crema era
buona? Oh yes! Ho faticato a non mangiarla “nature” a
cucchiaiate.
La crema in questione , a proposito non
vi ho neppure detto che si chiama Crema alla nocciola e è prodotta
da Teo&Bia un laboratorio Alessandrino, è fatta con 47%
nocciole, zucchero di canna e cacao amaro da agricoltura biologica ma
la cosa che mi interessa di più, oltre al fatto che è strabuona, è
che riporta in etichetta la dicitura “senza glutine”. Vedendo
questa dicitura mi son venute in mente alcune considerazioni che
riporto di seguito, anche su altri foodblogs senza glutine se ne è
già parlato ma penso che non sia male ricordarlo di tanto in tanto.
Dal primo gennaio 2012 il Regolamento
(CE) n° 41/2009 permette (non obbliga) alle aziende di scrivere
chiaramente in etichetta “senza glutine” se il loro prodotto è
sotto 20ppm di glutine e quindi è idoneo ai celiaci (ossia è fatto
con ingredienti senza glutine e se non c'è contaminazione durante
tutte le varie fasi di produzione, stoccaggio ...ecc).
Questo è un gran bel vantaggio e
semplifica molto il fare la spesa sia per chi è celiaco che chi chi
acquista per una persona celiaca.
La normativa è valida in Italia ma
anche su tutto il territorio Europeo, vecchie diciture come per
esempio “non contiene fonti di glutine” non sono più considerate
valide, se un'azienda rispecchia i parametri imposti dalla legge
europea può apporre questa semplice e chiara dicitura in etichetta,
è gratuita e non si paga alcuna royalty a Associazioni di celiaci di
alcun paese.
Dal primo gennaio 2012 i celiaci
Italiani hanno così la possibilità di consumare i seguenti prodotti
in tutta sicurezza perché sono sotto 20ppm di glutine e esenti da
contaminazioni:
- i prodotti che riportano in etichetta la dicitura “senza glutine”
- i prodotti che sono presenti nel Prontuario A.I.C. in vigore (quello cartaceo viene aggiornato una volta all'anno mentre quelli online e visualizzabili tramite cellulari di ultima generazione sono aggiornati in tempo reale o quasi) e/o sono provvisti di spiga barrata rossa (trademark dell'Associazione Italiana Celiachia), ved. http://www.celiachia.it/DIETA/prontuario/accesso_prontuario_online.aspx?SS=185&M=428 .
- i prodotti che sono inseriti nell'elenco dei prodotti dietoterapici del Ministero della salute, consultabile sul sito del Ministero della Salute, ved.http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pagineAree_1270_listaFile_itemName_10_file.pdf .
Premesso che ognuno è libero di fare
ciò che vuole e giocare con la propria salute come meglio crede,
ancora oggi mi sono imbattuto in un gruppo di FB in cui una persona
chiedeva se il prodotto XXX poteva essere consumato da un celiaco
perché non era presente nel Prontuario A.I.C. e non aveva comunque
alcuna dicitura “senza glutine” sulla confezione. Un utente ha
risposto “io lo mangio lo stesso e non mi succede niente”, e che
vuol dire? Tu non sei mica un tester valido per tutti i celiaci
mannaggia la miseria (a te non da problemi , magari a un altra persona invece ne crea). Un altro utente ha invece risposto che tempo fa
aveva telefonato al Call Center di quella ditta e che gli era stato
risposto che poteva essere consumato dai celiaci. La mia opinione è
che “Verba volant e scripta manent”, se c'è la possibilità di
mettere in etichetta la dicitura “senza glutine” che non ha alcun
costo per l'azienda produttrice (a parte il ristampare le etichette)
e l'azienda è sicura di quanto afferma (ossia che il suo prodotto
sia davvero senza glutine e senza contaminazioni) perché
limitarsi a dirlo solo al telefono o per email tramite il Servizio
Clienti senza scriverlo chiaramente in etichetta? Il fatto di essere
presente nel Prontuario AIC ha un certo costo, indicativamente una
trentina di Euro a prodotto, per vari motivi (gestire e preparare un
Prontuario non è certo un'operazione a basso costo) ma dal
01/01/2012 una legge Europea consente di scrivere gratuitamente
“senza glutine” in etichetta senza dover obbligatoriamente essere
inseriti nel Prontuario dell'Associazione, quindi perché certe
aziende si ostinano a non dichiaralo per iscritto ma solo a voce?
Perché vuol dire che non sono così sicuri di quanto dicono al
telefono, le parole a voce volano mentre quelle scritte restano
(memento!).
Comunque qualche passo avanti è stato
fatto dal primo gennaio 2012 e adesso quando faccio la spesa trovo
molti più prodotti con questa bella dicitura, dalle caramelle al
lievito , alle cioccolate …..ecc. Inoltre, un ulteriore vantaggio dell'applicazione a livello Europeo della dicitura "senza glutine" è che diventa più facile acquistare anche alimenti senza glutine quando ci si trova in un paese Europeo. Come si dice "senza glutine" in alcune delle principali lingue Europee?
- Catalano: sense gluten
- Croato: bez glutena
- Danese: glutenfri
- Finlandese: gluteeniton
- Francese: sans gluten
- Greco: χωρίς γλουτένη
- Inglese: gluten free
- Olandese: glutenvrije
- Polacco: bezglutenowe
- Portoghese: sem gluten
- Sloveno: bez glutena
- Spagnolo: sin gluten
- Svedese: glutenfri
- Tedesco: glutenfreie
Il lieto fine di questa storiella?
L'ultimo cantuccio è stato sacrificato in dolcezza, ricoperto di una
morbida crema e vellutata alle nocciole “senza glutine”. Peace
and love my friends
LINKS:
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LINKS:
- testo del Regolamento (CE) n° 41/2009 ,
- rettifica del testo del Regolamento (CE) n° 41/2009,
- il punto dell'Associaz. Ital. Celiachia sul Regolamento (CE) n° 41/2009.
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2 commenti:
hai ragione, anch'io l'ho pensato, ma poi alle volte ho ceduto alla tentazione di fidarmi, vuoi perché quell'ingrediente non lo trovavo in altra forma più sicura, vuoi perché semplicemente era più buono.
però adesso che anche mia figlia è celiaca, sono diventata più ligia.
non si scherza con la salute...
A volte sono un po' integralista, sarà colpa del mio cognome? Ciao bella
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